Stress: come si combatte?

25/02/2022

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Negli anni '60, una celebre pubblicità in onda insieme a Carosello, proponeva un aperitivo al carciofo come soluzione al logorio della vita moderna… chissà se le intenzioni degli autori fossero di sottolineare, effettivamente, le proprietà benefiche del vegetale, o piuttosto di suggerire lo stordimento alcolico come soluzione per far fronte allo stress.

Sta di fatto che, quello slogan, funzionava perfettamente col bisogno crescente di attrezzarsi, per non soccombere ai nuovi frenetici ritmi imposti dal boom economico: affidati alle proprietà benefiche della natura o, anche, fatti un goccetto e non ci pensare!

Come affrontare e gestire lo stress?

A distanza di 60 anni, quanto è cambiata la visione culturale in tema di stress? Sebbene gli articoli, gli approfondimenti e le tecniche di gestione dello stress sembrano essersi moltiplicati a dismisura, ad uno sguardo più attento sembra che, ancora oggi, persistano due principali modelli di gestione dello stress, gli stessi proposti dalla famosa pubblicità:

  • Da un lato l'approccio medicalizzato al problema, per cui ci si attiva per individuare un rimedio di tipo farmacologico (il carciofo dello spot, le tisane rilassanti, gli ansiolitici più o meno blandi, etc.);
  • Dall'altro lato il ricorso alla tecnicalità, ovvero tutta quella serie di pratiche per limitare o evitare l’impatto dei fattori stressogeni sulla persona, ad esempio lo yoga, la mindfulness, ma anche la corsa, la pittura, la cucina e così via, cioè tutte quelle attività che hanno l’obiettivo di distogliere l’attenzione dalla fonte di stress. Potremmo dire, una versione più politically correct del bicchierino d’amaro!

I prodotti consigliati per ridurre lo stress

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Cos'è lo stress?

Se il dibattito sullo stress ha fatto tanta strada, come mai resta un tema tanto centrale?

Hans Selye, uno dei primi ad occuparsi di stress già a partire dagli anni ’20, in uno dei suoi ultimi scritti, commentava: “Stress è un concetto scientifico che ha avuto la fortuna di divenire troppo noto, ma anche la sfortuna di essere poco compreso”. Più che poco compreso, forse potremmo dire poco pensato.

Stress, infatti, è una di quelle parole diventate talmente tanto di uso comune, da farci cadere nell’illusione che si tratti di un assoluto, uno di quei concetti su cui ci si capisce al volo, chiaro, lampante, inequivocabile.

Questa illusione, culturalmente condivisa e alimentata nel tempo proprio dalla grande notorietà di cui parla Selye, ha fatto sì che la parola stress andasse via via ad inglobare al suo interno e poi a sostituire, tutte le emozioni che si possono sperimentate in rapporto ad un contesto vissuto come opprimente e faticoso.

Questo passaggio è importante: inizialmente, stress, indicava la risposta funzionale dell’organismo allo stimolo (ad esempio la sudorazione, la tachicardia, il mal di testa, e così via); oggi utilizziamo la parola stress per indicare anche un vissuto.

In una sorta di sincretismo linguistico e culturale, con stress indichiamo quindi, tanto lo stato di attivazione funzionale/organica, quanto l’emozione ad esso connessa...Ma di quale emozione stiamo parlando? Esiste l’emozione “stress”?

Pensando all’uso che ne facciamo quotidianamente, ci rendiamo facilmente conto che agiamo come se esistesse, ci limitiamo a dire “sono stressat*!”, dando per scontato che con questa parola abbiamo chiarito, tanto per chi ci ascolta che per noi stessi, di cosa stiamo parlando, sebbene, la parola stress, in effetti, non ci dica niente dell’emozione che stiamo provando e, non ci chiarisca, se ci sentiamo arrabbiati, delusi, frustrati, tristi, stanchi, angosciati, demotivati etc., così come non ci informa di quello che avviene nel contesto e nelle relazioni (sociali, familiari, lavorative, etc.) di cui facciamo esperienza.

Quindi forse, imparare a riconoscere e nominare le nostre emozioni è il primo passo per iniziare a pensarle.

Pensare un'emozione è lo strumento che ci permette di smettere di andare in giro come una trottola impazzita urlando “sono stressat*!” per iniziare a comprendere in che modo i vissuti che sperimentiamo sono in rapporto a determinate situazioni e, di conseguenza, individuare delle strategie di risposta più efficaci, coerenti e funzionali.

Come facciamo?

Invece di partire dalla ricerca di soluzioni, iniziamo col porci domande.

Qual è la prima cosa che ti viene in mente pensando alla parola stress e perché?

A cura di

Dott.ssa Cristina Viola

Psicologa clinica e Psicoterapeuta

 

Iscritta all'Ordine degli Psicologi del Lazio, svolge professionalmente attività di terapeuta in ambito privato, nonché di consulenza nell'area dell'Healt Care.
Nei diversi settori di intervento si occupa di individuare, attraverso il confronto con gli interlocutori, gli strumenti adatti per ripensare e dare senso alle emozioni sperimentate in rapporto agli eventi critici che caratterizzano i contesti di convivenza (affettivi e familiari, lavorativi, scolastici, etc.). Ha maturato competenza specifica nell’intervento connesso alla violenza nelle relazioni intime e nell’orientamento lavorativo e professionale.
In ambito dell’Health Care, promuove lo sviluppo della relazione di cura, a partire dalla presa in carico alla gestione del percorso clinico-terapeutico, al fine di migliorare i processi organizzativi e comunicativo/relazionali tra clinici, operatori sanitari, pazienti e caregivers.